I dispositivi di protezione individuale fanno ormai parte dell’utensileria del lavoro e spesso ci si dimentica che sono strumenti di prevenzione e protezione del lavoratore.
Nell’ampia gamma di dispositivi protettivi, ci sono i caschi antinfortunistici, fondamentali per la protezione del capo e quindi considerati veri e propri dispositivi salvavita. Quelli più usati sui luoghi di lavoro sono progettati per il settore industriale e possono prevedere una maggiore o minore resistenza: ecco i vari modelli e la durata dei dispositivi.
Caschetto antinfortunistico: perché è importante
Caschetto antinfortunistico: i vari modelli
Caschetto antinfortunistico: qual è la sua durata
Consigli per il suo mantenimento
Il casco antinfortunistico è un DPI usato nel settore industriale, in particolare nell’edilizia, ma anche dai Vigili del Fuoco e dagli alpinisti. È composto da una calotta che può essere in policarbonato o in polietilene e può avere diversi tipi di bardatura, come una visiera trasparente, una fascia antisudore e una fascia sottogola eventualmente regolabile.
I caschetti antinfortunistici sono fondamentali per garantire la sicurezza e la protezione dei lavoratori su luoghi come cantieri e siti industriali e di solito prevedono una taglia unica regolabile, in modo da essere adattati perfettamente al lavoratore. Possono essere usati insieme ad altri attrezzi protettivi, come gli occhiali o le mascherine di plastica, le cuffie antirumore, utili a proteggere l’udito, gli indumenti ad alta visibilità, per i lavori sulla strada, e le imbracature anticaduta per quelli sulle coperture.
Il casco di sicurezza serve a proteggere dagli agenti atmosferici e, nel caso di quello antiurto, anche dalla caduta di gravi. In un ambiente come il cantiere il rischio di ferite alla testa è piuttosto alto, proprio per la possibile caduta di materiali, e per questo il casco da cantiere ha un’elevata resistenza alla penetrazione che garantisce la protezione individuale.
I dispositivi di protezione del capo fanno parte della classica attrezzatura degli operai dell’industria, ma ne esistono diversi tipi corrispondenti a specifiche certificazioni europee.
Tutti i modelli di elmetto protettivo devono garantire la salute del lavoratore ma anche la funzionalità: per questo il migliore caschetto per lavorare in cantiere è quello ventilato, provvisto di fascia antisudore e di regolazione del sottogola. Questo non significa che possa essere allentato: infatti è fondamentale per la tutela dell’operatore che il casco sia ben saldo.
Molti non sanno che l’elmetto di sicurezza ha una scadenza: sulla calotta antiurto sono stampate la certificazione CE e la data di produzione a partire dalla quale il DPI ha una validità di 5 anni. Passato questo lasso di tempo è necessario revisionarlo e sostituirlo se non è più idoneo. Infatti un casco usato continuamente ed esposto a ogni genere di eventi atmosferici si deteriora, nonostante l’impiego di ottimi materiali, e può diventare pericoloso per la salute dell’operatore.
Inoltre, se un casco da cantiere subisce un urto, è bene sottoporlo a revisione. Infatti tutti i DPI sono conformi alle norme di sicurezza al momento del primo utilizzo, ma devono essere usati secondo un protocollo e, nei casi di rischi gravi sul posto di lavoro, dopo un adeguato addestramento. Inoltre, per rispondere alle esigenze dei lavoratori, il casco deve essere adatto all’impiego: se un casco viene sottoposto a eventi diversi da quelli previsti dalla certificazione si deteriorerà più facilmente.
Tutti i caschetti hanno una data di scadenza: se non è presente questa o la data di fabbricazione significa che il copricapo non è idoneo al lavoro.
L’elmetto di protezione è in materiale termoplastico molto resistente, di solito policarbonato o polietilene, ma si deteriora se esposto ai normali fenomeni atmosferici. Ecco alcuni consigli per la manutenzione e l’uso corretto del caschetto.
Scarpa antinfortunistica bassa S3
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Scarpe antinfortunistiche
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